Le patatine fritte sono la croce e la delizia di tutti. Tanto buone da mangiare, ma da evitare sei si vuole condurre una dieta equilibrata. Soprattutto gli uomini ne vanno matti, quelle del Fast Food poi sono un must che si accompagna alla perfezione a un panino o ad un hot dog. Ma uno studio condotto dal dipartimento di scienza degli alimenti della facoltà di agraria dell’Università di Napoli Federico II ha aperto un nuovo orizzonte: le patatine fritte, se cotte a dovere con l’olio extravergine d’oliva, potrebbero non fare poi così male, come fino a oggi tutti i nutrizionisti e i dietologi hanno detto.
“L’olio extra vergine di qualità – afferma il presidente del dipartimento che ha condotto la ricerca Massimo Gargano – resiste alle elevate temperature meglio di altri oli alimentari per il basso contenuto di componenti polinsaturi e per la presenza di antiossidanti, anche dopo diverse ore di frittura continua. Di patate, fritte con l’olio extra vergine di oliva ce ne sono ancora molto poche in commercio”. Gli esperti consigliano: friggete le patatine per 7 o 8 minuti alla temperatura di 180 o 200 gradi centigradi esclusivamente con olio extravergine di oliva, così le potrete mangiare (senza esagerare) e non faranno male.
Anche uno studio svedese aveva evidenziato la presenza in alcuni alimenti, a base di amido e cotti ad alte temperature, di tracce di acrilammide. Il dato certo è che le patatine fritte hanno circa 500 calorie ogni 100 grammi, un numero non eccessivo; il problema è la quantità di sale e olio che vengono utilizzati durante la loro preparazione, con accumulo di grassi saturi e rischio di ritenzione idrica.
Insomma, tutto ciò che è vietato nelle diete (grassi saturi, sale, troppo olio) è contenuto nelle patatine fritte. Anche se a difesa delle patatine bisogna dire che contengono potassio, calcio e fosforo, tutti e tre utilissimi per l’organismo. Allora, cosa fare? Basta non esagerare.