L’oziorrinco è un insetto dannoso per tutte le piante ornamentali dei giardini. Le larve si nutrono delle radici e gli adulti delle foglie; il coleottero appartiene alla famiglia dei Curculionidi e ne esistono diversi tipi. l’insetto adulto è lungo 8 – 10 mm. ed un colore nero ricoperto di peluria.
Gli adulti compaiono verso maggio e la loro attività si protrae sino ad ottobre, e così pure le ovideposizione; si nutrono nelle ore notturne a spese delle foglie dove compiono delle erosioni dalla caratteristica forma a semicerchio. Le uova sono disposte sulla superficie del terreno vicino al colletto delle piante. Le larve sono biancastre con il capo bruno; trascorrono il periodo invernale in individui di diverse età e raggiungono la maturità nel mese di aprile, si nutrono a spese del sistema radicale debilitando le piante; la loro attività inizia a settembre – ottobre ma gli effetti si manifestano più tardi quando si notano appassimenti ed in alcuni casi disseccamenti.
L’intervento contro gli adulti si rende difficile a causa del lungo periodo di attività e per la scalarità del loro sfarfallamento.
Gli adulti che compaiono nei mesi di marzo – aprile sono quasi tutte femmine, comunque i maschi sono sempre rari.
I principi attivi più utilizzati contro l’oziorrinco sono Endosulfan, Acefhate, Azinfos-metil, ma la lotta è difficile per i frequenti fenomeni di resistenza ai comuni insetticidi.
La lotta va quindi indirizzata contro la larva con prodotti come Diazinon, Carbofuran, Chlorpyrifos, che vengono incorporato o distribuito nel terreno; si applicano la prima volta 2 settimane dopo la comparsa dei primi adulti, la seconda sei settimane dopo.
Purtroppo non sempre si ottiene un risultato soddisfacente a causa dell’instaurarsi di fenomeni di resistenza, per questo motivo va diffondendosi l’uso dei nematodi entomopatogeni ; si possono utilizzare Heterorhabditis, che vanno distribuiti nella dose di 25.000 – 40.000 individui per pianta, oppure si può usare una sospensione contenente Steinernema carpocapsae irrigando subito dopo.
I nematodi, una volta individuata una larva penetrano all’interno e rilasciano un batterio che elimina la larva per setticemia. L’utilizzo di questa tecnica presenta diversi vantaggi: non sono inquinanti, perciò possono essere usati con tutta tranquillità, vengono applicati con sistemi convenzionali e in alcuni ambienti riescono a persistere nel terreno per lungo tempo riproducendosi a scapito delle larve presenti rinnovando la difesa per diversi anni; se manca l’insetto ospite la resistenza si protrae per circa 4 settimane.
Condizione necessaria affinché i nematodi possano svolgere la loro attività è che la temperatura del suolo non scenda al di sotto dei 12°C.
Un altro metodo consiste nello zappettare il terreno intorno alla pianta alla profondità di non più di 20 cm. durante il periodo autunnale, portando così alla superficie le larve che, esposte alle basse temperature, non resistono.