La Sphaerotheca pannosa è un microrganismo molto diffuso e dannoso ma, per la rosa, risulta particolarmente virulento, sia in serra che in piena aria.
Le parti colpite sono: foglie, dove si notano bollosità o accartocciamenti con una tipica muffetta biancastra che le ricopre; rametti che si ricoprono di uno spesso feltro biancastro ed i germogli che diventano deboli e contorti; i fiori se sono boccioli, si ricoprono del classico micelio biancastro e non si schiudono rimanendo piccoli e deformati; se invece l’attacco avviene sui fiori gia aperti i petali si macchiano, diventano cartacei, si accartocciano e disseccano.
Il fungo che può provocare danni rilevanti per la perdita dei fiori, predilige condizioni climatiche con alta umidità ambientale ed una temperatura intorno a 20°-25° C.
La riproduzione della S. pannosa, tramite conidi, viene ostacolata dalla pioggia o comunque da acqua ad effetto dilavante; il fungo si mantiene come micelio nelle gemme o come cleistotecio.
Il controllo di questo oidio avviene chimicamente tenendo presente quale principio attivo va usato a seconda del contesto in cui ci si trova ad operare
I p. attivi sono prevalentemente preventivi e sono di buona capacità curativa ed eradicante.
Gli zolfi e Dinocap sono prodotti di copertura , mentre tra gli endoterapici vi sono, Triforine, Fenarimol, Pirazofos e tutto il gruppo dei Triazoli (Tetraconazole, Bitertanolo, Penconazolo ecc.), questi ultimi possono essere usati in miscela con gli zolfi.
Devo segnalare AQ10 (vedi) un nuovo fungicida biologico, autorizzato in Europa e utilizzato (qui in Italia) solamente per la vite, contenente spore del fungo antagonista Ampelomyces quisqualis in grado di parassitizzare diverse specie di oidio.
I trattamenti vanno fatti al primo apparire dei sintomi oppure preventivamente sulle varietà più sensibili.
Si possono abbinare gli interventi antioidici con quelli contro la ruggine e/o ticchiolatura, utilizzando insetticidi con effetti collaterali su quest’ultimi patogeni, come Triforine o Triazoli.