Il magnetotermico è un dispositivo di protezione che ha il compito di interrompere un circuito o parte di esso in caso di sovracorrente, dovuta al sovraccarico o cortocircuito. Il sovraccarico è quella condizione tipica di un circuito elettricamente sano, interessato da un valore di corrente maggiore di quella nominale (circa 6-8), che può essere sopportato per un determinato tempo e produce sollecitazioni termiche.
Esempi di funzionamento in sovraccarico sono l’avviamento di un motore asincrono trifase, in cui all’inizio si ha unacorrente di spunto che presenta un valore maggiore rispetto a quello nominale e un conduttore quando raggiunge un regime termico superiore di quello previsto dal suo isolamento.
Il cortocircuito si verifica quando due punti di un impianto vanno in contatto, assumendo un valore di impedenza trascurabile escludendo la parte di impianto a valle del punto di guasto. Il cortocircuito, a differenza del sovraccarico, produce sollecitazioni termiche e sollecitazioni meccaniche. Esso si verifica in seguito al cedimento di isolamenti di un elettrodomestico, saldatrice, motori ad induzioni.
A fronte di questi inconvenienti, è buona regola scegliere e installare dispositivi di protezioni adeguati quando si realizza un qualsiasi impianto elettrico che soddisfano a particolari condizioni. Il magnetotermico all’interno è provvisto da sganciatore termico e da sganciatore magnetico. Il primo è adatto per la protezione dal sovraccarico, il secondo dal cortocircuito.
I magnetotermici costruttivamente si dividono in tre grandi categorie, cioè modulari, scatolati, aperti. I primi trovano largo impiego nel settore civile e terziario, i secondi vengono impiegati in impianti industriali e infine quelli scatolati, impiegati negli impianti industriali è installati a valle di trasformatori MT/BT.
Le grandezze principali che caratterizzano un magnetotermico, come spiegato più nel dettaglio in questa guida su Elettrotecnico.net, sono la tensione nominale indicata con Vn, la corrente nominale In è il potere di interruzione Pi espresso generalmente in KA.
Un altra grandezza da non sottovalutare nella scelta dell’interruttore automatico è la sua caratteristica di intervento
Caratteristica B – adatta per quegli utilizzatori che possono manifestare un limitato sovraccarico, come i carichi luce.
Caratteristica C – largamente usata negli impianti domestici.
Caratteristica D impiegata in quegli utilizzatori che presentano forti correnti di spunto esempio: l’avviamento di un motore asincrono trifase.
Si tratta quindi di un dispositivo molto importante.