Le lavatrici attualmente in commercio appartengono quasi tutte alla classe energetica A. Come abbiamo visto alla figura 2 di questo capitolo, l’etichetta energetica per le lavatrici, oltre ai consumi, indica l’efficienza della centrifuga (cioè la quantità di acqua residua nei panni) e il rumore emesso nella fase di lavaggio e durante la centrifuga, ma poiché questi apparecchi sono fra gli elettrodomestici più energivori, l’informazione più importante resta l’efficienza energetica. Gli apparecchi per il lavaggio, cioè lavatrici, lavastoviglie e lavasciuga, di nuova concezione sono efficaci da molti punti di vista. Nei tipi più datati l’unica tecnica impiegata per il lavaggio era quella dell’ammollo, in cui la biancheria, immersa in acqua con il detersivo, viene lavata solo con un movimento rotatorio del cestello. Invece i modelli recenti applicano anche il lavaggio a pioggia, sottoponendo i capi alla duplice azione dell’ammollo e dello spruzzo reiterato dall’alto con acqua e detersivo.
Alcune macchine, dotate di un’apposita conduttura, reimmettono in vasca l’acqua saponata, effettuando un secondo lavaggio. Inoltre, dato che la maggior parte del consumo è dovuta al riscaldamento dell’acqua, i modelli recenti, che ne utilizzano meno, richiedono (oltre a un minor quantitativo di detersivo) anche meno energia elettrica per portare l’acqua alla temperatura di lavaggio. Sul mercato ci sono poi modelli che garantiscono un lavaggio efficace anche con acqua fredda (a temperatura inferiore a 25-30 °C). Dato che il detersivo non solo costa, ma scaricato nelle acque rappresenta una delle più gravi cause di inquinamento di mari e fiumi, è chiaro che le nuove lavatrici, consumando meno acqua e meno detersivo (a condizione di utilizzare dosi appropriate), riducono impatto ambientale e spese domestiche.
Dove posizionarla
Risulta essere buona norma installare la lavatrice in un punto della casa abbastanza distante (o separata) dalle camere da letto, in modo da poterla fare funzionare anche nelle ore notturne, cioè quando i costi dell’elettricità sono più bassi. La lavatrice è fra i maggiori responsabili dei consumi elettrici delle nostre abitazioni, soprattutto a causa della necessità di riscaldare l’acqua per il lavaggio (solo una piccola percentuale dell’energia serve invece ad azionare il motore).
Esistono però apparecchi con doppio attacco (per acqua calda e acqua fredda) che possono essere collegati direttamente all’impianto di erogazione dell’acqua calda, in modo da essere alimentati con acqua già riscaldata: con questa soluzione (particolarmente conveniente, se la fonte di acqua calda non è troppo lontana) si risparmia molta energia elettrica (fino al 45%) e i tempi di lavaggio diminuiscono, perché non bisogna aspettare che l’acqua si scaldi nella lavatrice.
Come usarla al meglio
Il consumo dell’energia dipende quasi completamente dalla quantità e dalla temperatura dell’acqua di lavaggio; il consumo di detersivo dipende dalla temperatura e dalla durezza dell’acqua, cioè dal contenuto di sali di calcio dell’acqua: infatti, può addirittura triplicare in presenza di acqua dura. La potenza assorbita è di 2 kW circa, ma può variare in funzione dei modelli. Le lavatrici che possono anche asciugare comportano un sensibile consumo aggiuntivo di energia elettrica. Utilizzare in modo appropriato la lavatrice può comportare un risparmio del 45% sui consumi elettrici. Bisogna tenere presente che, se la macchina ha delle buone prestazioni, per ottenere un buon lavaggio non è necessario surriscaldare l’acqua (i nuovi detersivi a enzimi raggiungono la massima efficienza già a 40 °C) né abbondare con il detersivo. In effetti, specie nel nostro paese, spesso si esagera: secondo i nostri test sulla concentrazione di detersivo rimasto durante l’ultimo risciacquo diversi apparecchi non sono in grado di rimuoverlo in modo soddisfacente. Il fatto che in Italia si utilizzi, mediamente, più detersivo del necessario, con l’unico risultato di avere, dopo il lavaggio, dei residui di detersivo che il risciacquo non riesce a eliminare, determina due conseguenze indesiderate:
da un lato, i tessuti a lungo andare vengono danneggiati; dall’altro, i residui di detersivo (nocivi per la salute) vengono assorbiti attraverso la pelle per contatto, con il rischio di causare allergie. Questo è tanto vero che, solo per il mercato italiano, sono stati espressamente concepiti dei modelli di lavatrici e lavastoviglie con doppi cicli di risciacquo, il cui scopo è proprio eliminare l’eccesso di detersivo che i programmi normali non riescono a sciacquare. Per risparmiare ottenendo ottimi risultati è sufficiente applicare una serie di semplici accorgimenti:
-separare il bucato in base al tipo di tessuto e di sporco, scegliendo per ogni gruppo di indumenti il programma più adatto
-avviare la macchina solo a pieno carico
-non usare temperature superiori a 30-40 °C
-trattare le macchie ostinate prima del lavaggio, rinunciando alla funzione prelavaggio
-pulire regolarmente il filtro (le impurità e il calcare accumulato ostacolano lo scarico dell’acqua). Staccare i collegamenti elettrici e idraulici nel caso di lunghi periodi di inattività dell’apparecchio
-evitare l’utilizzo di un’asciugatrice stendendo i panni ad asciugare
-ridurre il consumo medio di detersivo, specie se l’acqua non presenta particolari caratteristiche di durezza. Se l’acqua è molto dura può essere opportuno installare un addolcitore: questo, oltre a proteggere l’apparecchio dai danni causati dal calcare, ne riduce il consumo energetico. In alternativa, si può aumentare l’efficacia del detersivo aggiungendo una piccola quantità di anticalcare, che comunque è già presente in piccole dosi nei detersivi. Per sapere se l’acqua è “dura” o “dolce” basta testarla immergendovi apposite “strisce-test” (in vendita nei negozi di acquari, oppure di ferramenta e casalinghi).
Seguendo queste regole è possibile ottenere un risparmio.