Acido muriatico è il nome, scientificamente datato ma tuttora in uso nel parlare quotidiano, dell’acido cloridrico che viene impiegato in soluzione acquosa. In forma pura è un gas incolore dall’odore pungente, mentre in soluzione acquosa — ed è questa quella che c’interessa — è un acido molto forte e molto attivo. Trova numerosi impieghi industriali che esulano dal nostro discorso.
Per quanto riguarda gli impieghi domestici, lo si adopera per togliere i residui induriti di calcina e di cemento dalle piastrelle (conviene però lasciare quest’operazione ai piastrellisti che hanno eseguito il lavoro in quanto va fatta con le debite cautele). Serve anche per pulire gli impianti igienici di ceramica (impropriamente detti di porcellana) dai quali fa sparire le incrostazioni più tenaci.
Non conviene però ricorrervi con troppa frequenza: corrosivo com’è, alla lunga intaccherebbe non solo la vetrina che li rende lucidi ma persino il piombo dei tubi di scarico.
Per via del fumo (tossico) che sviluppa al contatto con l’acqua, quando vi accingete all’impresa spalancate le finestre, procedete rapidamente aiutandovi con uno scopino dalle setole rigide e badate a non spruzzarvelo addosso: sulla pelle provocherebbe ustioni e sugli abiti il minimo che potrebbe fare sarebbe di mangiarne, anzi divorarne il colore.