La pesca: il frutto simbolo dell’estate italiana
Un quarto di tutta la frutta estiva è rappresentato dalle pesche che battono ampiamente il melone.
Ideale per la linea, prezioso per chi pratica sport. Frutto antico con più di 4000 anni di storia, discusso e riabilitato, con la bella stagione la pesca torna sulle tavole facendosi apprezzare per le sua completezza e le elevate proprietà nutrizionali.
I latini lo chiamavano Prunus Persica, a testimoniare la sua provenienza mediorientale, ma non mancano riferimenti alle origini cinesi. Fatto sta che sotto gli arabi le Pesche avevano una cattiva reputazione, quella di danneggiare lo stomaco, ed è così che nel medioevo si tentò di rendere il frutto più leggero e digeribile annaffiandolo con un buon vino rosso.
L’alimento è innanzitutto dissetante, essendo composto al 90%da acqua, quindi consigliabile a chi pratica intensa attività fisica e necessita di riassorbire liquidi, fibre e sali minerali. La presenza del potassio concorre al migliorare l’efficienza del tono muscolare nelle performance atletiche.
Malgrado lo scarso apporto in termini di calorie, la pesca è inoltre ricca di zuccheri, carbonio, calcio e fosforo. La polpa morbida e succosa delle pesche noci contiene le vitamine A, B1, B2 e la vitamina C che aiuta a conservare una buona lucidità.
Ha poi un indice di sazietà elevato e questo ne fa un alimento particolarmente indicato per chi vuole stare leggero. Il suo consumo è consigliato a chi soffre di malattie del fegato e per contrastare la stitichezza. È un frutto prezioso che consente anche di reintegrare i sali che si perdono con il caldo e di mantenere l’organismo in efficienza, inoltre sembra che combatte l’insonnia e sicuramente predispone il corpo all’abbronzatura grazie al buon contenuto in vitamina A.
Dolci, profumate, dietetiche, le pesche si mangiano mature, ma la raccomandazione è quella di consumarle come spuntino a metà giornata oppure per un salutare pasto a tutta frutta: infatti se si consumano a fine pasto rischiano di creare fastidiose fermentazioni intestinali e di non essere assimilate adeguatamente, visto che la loro digestione “acida” contrasta con quella dei carboidrati (pasta, pane, pizza, ecc) e con quella dei latticini.
L’abuso è sconsigliato per il potere lassativo del frutto che invece se assimilato in piccole dosi può concorrere al buon funzionamento dell’apparato gastro-intestinale, favorire la diuresi e curare piccoli disturbi legati ad attacchi di tosse.
La pesca trova anche numerose applicazioni in cucina: quelle gialle hanno una polpa succosa e profumata, ideale per crostate, pasticcini, marmellate e conserve; quelle bianche hanno la polpa più dolce e più succosa, perfetta per la macedonia, la migliore per la preparazione di bavaresi, gelati, sorbetti, budini e sufflè.
E non va dimenticato l’impiego delle pesche nella cosmesi. Il succo fresco è un eccellente tonico per la pelle del viso. Per i capelli è utile come impacco pre-shampo (pesche schiacciate e ridotte a crema, con aggiunta di argilla verde e succo di limone) che, sfruttando gli acidi della pesca, permette di riequilibrare la secrezione sebacea e dare volume e salute soprattutto ai capelli grassi. Infine, frullando la polpa di una pesca matura con l’aggiunta di panna liquida si ottiene una maschera per il viso con azione idratante e leggermente esfoliante.